La Sardegna è la regione italiana che ha saputo conservare meglio il proprio paesaggio costiero. Dal 1985 a oggi, solo l’1 per cento delle coste sarde ha subito trasformazioni e nel complesso, su 1.500 chilometri di litorale, ne sono stati modificati 399, pari al 27 per cento. Si tratta di due dati che pongono l’Isola all’ultimo posto in Italia per modifiche alla costa, come riporta lo studio ‘Vista mare. La trasformazione del paesaggi italiani costieri’, scritto dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini e dall’architetto Michele Manigrasso, pubblicato da Edizioni Ambiente con il supporto di Castalia. Il volume è stato presentato a Roma il 14 dicembre dagli autori insieme con il giornalista di Repubblica Sergio Rizzo e il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni. Si tratta di una ricerca approfondita delle aree costiere e che, con analisi fotografiche e numeriche e contributi scritti, fa il punto sugli oltre 6mila chilometri di costa, compresi quelle delle isole maggiori minacciati dal cemento ma anche dell’erosione costiera e dai cambiamenti climatici.
“Prima in Italia – ricorda Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – nel 2006 la Regione si è dotata di un Piano Paesaggistico Regionale coerente con il Codice dei beni culturali e del paesaggio: il Piano identifica la fascia costiera come risorsa strategica e fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo e riconosce la necessità di ricorrere a forme di gestione integrata a salvaguardia della biodiversità, dell’integrità degli ecosistemi, dell’unicità dei paesaggi e della forza attrattiva che questi esercitano a livello turistico. Sarebbe auspicabile che il dibattito a livello nazionale facesse proprio quel principio di salvaguardia dell’intonso che ha rappresentato l’elemento cardine della redazione del nostro Piano Paesaggistico”.
Alla presentazione del volume anche il sindaco di Posada Roberto Tola. “Il nostro Piano urbanistico – ha dichiarato il primo cittadino – è stato tra i primi a completare la procedura cogliendo l’opportunità di interpretare a scala locale gli indirizzi e le prescrizioni del Piano Paesaggistico, incardinando sulla qualità del paesaggio costiero, sulla tutela delle risorse ambientali e sul rafforzamento dell’identità la visione strategica di futuro per il territorio posadino. Ne è derivato un Piano che non congela l’edilizia, ma che, in risposta a un trend demografico positivo, individua le zone di espansione residenziale e turistica in continuità con l’abitato e riconosce alla costa la dignità di bene comune, da sottrarre al cemento, restituire alla comunità, consegnare inalterato alle future generazioni”.
Nel volume, oltre alle situazioni di intollerabile illegalità e degrado, sono raccolte e segnalate alcune storie di qualità e successo. Tra queste Cagliari, dove alle spalle della spiaggia del Poetto non si trova più uno stagno degradato come accadeva fino agli anni Novanta, ma il Parco di Molentargius comprendente le Saline che, testimoni di una storia antica, si ripropongono come motore ecologico del Parco, ospitando colonie di migliaia di fenicotteri nidificanti. Per Legambiente queste storie mostrano quanto l’Italia dovrebbe avere a cuore la tutela della costa e di un patrimonio storico e ambientale unico per la sua articolazione”.
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