C’è l’amianto nei minerali che la Maffei Sarda estrae a Orani, provincia di Nuoro. La notizia rimbalza da Viterbo, dove l’Asl locale ha individuato la presenza di tremolite nei feldspati estratti nel centro Sardegna. Gli accertamenti svolti dal Politecnico di Torino hanno poi confermato la presenza del pericoloso minerale. Ragion per cui l’impianto della Minerali industriali che a Gallese, piccolo centro della provincia di Viterbo, stocca le materie prime provenienti dall’Isola è stato sequestrato dalla Procura di Viterbo lo scorso 18 giugno. Ma, a differenza del sito di stoccaggio laziale, nessun provvedimento ha colpito cave e miniere presenti nel territorio comunale di Orani. Eppure una legge del 1992 vieta “l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione d’amianto e di tutti i prodotti contenenti amianto“, che possono essere maneggiati solo per essere rimossi. A dimostrazione della loro pericolosità.
“Sulla vicenda sta comunque indagando l’Arpas”, fanno sapere dal comune di Orani.
Dalle analisi al sequestro nel giro di tre giorni.
Tutto ha inizio il 15 giugno, quando l’Asl di Viterbo rintraccia la tremolite nei minerali provenienti dalla Sardegna. L’esito degli esami non lascia indifferente la procura di Viterbo, che non perde tempo. “Il 18 giugno scatta il sequestro del sito di stoccaggio che distribuisce il minerale alle aziende del comprensorio che producono sanitari con impasti a base di feldspati”, racconta il Corriere di Viterbo. Sul rischio amianto interviene anche il sindaco di Gallese, Danilo Piersanti, che “non nasconde una certa apprensione”, rivela il quotidiano locale: “Non tanto per l’impatto ambientale – spiega – dal momento che il feldspato non viene estratto qui ma solo in minima parte lavorato, quanto per le conseguenze occupazionali”. Insomma, esplode il caso, ma in Sardegna non vola una foglia, nonostante non si possa escludere che volino le fibre d’amianto.
Il deputato del Movimento 5 stelle Massimiliano Bernini deposita un’interrogazione alla Camera sulla vicenda, ancora in attesa di una risposta del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti. Ma nessun politico sardo intercetta il caso.
Amianto ad Orani: un problema trascurato?
E la Regione? Forse ha sempre ignorato il problema, tanto che il Piano delle attività estrattive dell’assessorato all’industria non accenna alla presenza di tremolite ad Orani. Nessun riferimento al pericoloso minerale neanche nel Piano regionale di protezione dall’amianto licenziato dalla giunta regionale a fine 2014 su input dell’assessore all’Ambiente Donatella Spano. E lo stesso vale per il vecchio Piano di bonifica dei siti inquinati, compresi quelli minerari. Per i funzionari della regione, il problema tremolite sembra dunque non esistere: nessun accenno all’amianto di Orani neanche nella delibera con cui, nel 2006, la giunta regionale allora guidata da Renato Soru concede il via libera alla proposta di coltivazione della miniera a cielo aperto “Cuccuru Mannu”, nel territorio di Sarule – a pochi chilometri da Orani – presentato dalla Maffei Sarda. Il progetto “Cuccuru Mannu”è un’estensione della concessione “Cuccureddu” ricadente sul territorio di Orani, Ottana e Sarule affidata sempre alla Maffei Sarda nel 2002. Anche in questo caso, nessun riferimento ad un eventuale impatto ambientale legato alle fibre di amianto.
Eppure sia il geologo Giorgio Conti-Vecchi nel 1991 che il professore di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari Carlo Marini nel 2000 parlano della presenza di tremolite nelle formazioni geologiche oggetto di attività estrattiva nel comune di Orani. Quanto basta, insomma, per far risuonare una campanello d’allarme, probabilmente non avvertito. Più in generale, i geologi sono concordi nell’affermare che la tremolite sia quasi sempre associata alle formazioni di feldspati e talco di cui è ricco il centro Sardegna.
Amianto, un killer silenzioso
L’amianto è ritenuto responsabile di oltre duemila morti nella sola Casale Monferrato, dove sorgeva la Eternit Ag del magnate svizzero Stephan Schmidheiny prosciolto per pescrizione in Cassazione nel novembre 2014 dopo la condanna a 16 anni inflitta dalla Corte d’appello nell’ambito del famoso processo “Eternit”.
Gli interessi della Maffei Sarda nell’Isola
Certo è che la Maffei Sarda, controllata della Minerali Industriali, la stessa società a cui è stato sequestrato l’impianto a Gallese, ha robusti interessi e una forte presenza in Sardegna. Oltre ai centri barbaricini di Ottana, Orani, Sarule e Oniferi, la società è attiva a Florinas, in provincia di Sassari, dove coltiva una miniera di sabbia feldspatica dall’inizio degli anni ’90. Viene invece estratto feldspatico sodico a Buddusò. Una volta estratti, i minerali prendono la via del viterbese, dove sorge un distretto industriale per la produzione sanitari, e di Sassuolo, capitale italiana delle piastrelle.
Piero Loi