Al via i lavori nella miniera d’oro a Furtei: 65 milioni per le bonifiche

Via libera dalla Regione al progetto definitivo per la bonifica della miniera d’oro Santu Miali a Furtei: 530 ettari inquinati che saranno recuperati dalla società Igea con un piano da 65 milioni di euro che sarà attuato in diverse fasi. Nella prima fase, di tre anni, verranno isolate le sorgenti di contaminazione, come stabilito nella conferenza conclusiva lo scorso agosto. Le bonifiche riguarderanno, in particolare, la messa in sicurezza dell’area e del bacino artificiale che contengono metalli pesanti, tra i quali il cianuro.

“Oggi inizia un lavoro importantissimo, una bonifica attesa da anni che ora finalmente è una realtà. Complimenti a Igea per il grande lavoro fatto e per quello che parte oggi”, scrive su Facebook il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che insieme alle assessore dell’industria e dell’Ambiente, Maria Grazia Piras e Dontella Spano, ha fatto un sopralluogo a Furtei.

La miniera, che era stata data in concessione alla Sardinia Gold Mining (Sgm) è chiusa dal 2009. Sulla vicenda del “disastro ambientale” legato alla miniera d’oro il pm Daniele Caria ha chiesto il rinvio a giudizio di tre dirigenti, due canadesi e uno statunitense, dopo il fallimento della Sardinia Gold Mining che avrebbe dovuto provvedere a bonificare l’area attorno alla miniera.

Soddisfatte per l’annunciata programmazione degli interventi di bonifica le associazioni ambientaliste. “Constatiamo con amarezza – si legge in una nota firmata da Carmelo Spada per il Wwf, Francesco Guillot per la Lipu e Graziano Bullegas per Italia nostra – che la ricerca effimera dell’oro di Furtei ha rappresentato per l’ennesima volta un’illusione di sviluppo e una sola certezza: l’utilizzo del suolo della Sardegna ‘usa e getta’. Purtroppo quello della miniera di Furtei è uno dei tanti casi in Sardegna, da nord a sud, che all’illusione della creazione di posti di lavoro segue la chiusura delle attività con la desertificazione sociale e ambientale. Al tempo stesso il principio ‘chi inquina paga’, resta una chimera. Oltre alla beffa dell’occupazione mancata i sardi sono costretti pagarsi anche i costi delle bonifiche”.

 

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